Approfondimenti

I protagonisti

Francesco De Martino

Pittore di Buonabitacolo, esperto nelle tecniche di decorazione ad ornato vegetale e floreale. A Teggiano realizzò il soffitto “a guazzo” (tempera su tavola) della chiesa di San Francesco, nel 1745, gli affreschi delle volte claustrali di Sant’Agostino e le vele della navata laterale della chiesa dell’Annunziata, oltre alle esecuzioni in San Pietro. La stretta collaborazione con Anselmo Palmieri, permise di accedere ad importanti lavori di decorazione alle chiese conventuali francescane di Polla e di Padula.

Antonio Paradiso

Intagliatore di Picerno, vissuto tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento, realizzando numerose opere sparse tra la Basilicata e il Vallo di Diano. Nella chiesa pollese del SS. Rosario, realizzò probabilmente l’altare maggiore in legno intagliato dipinto e dorato e le cornici per le tele degli altari laterali, tra le quali questa in collezione.

Anselmo Palmieri

Pittore di Polla, fu abate capitolare di San Nicola dei Latini e probabile ispiratore di Nicola Peccheneda, un altro grande artista valdianese della seconda metà del Settecento. Diffuse le sue opere in Campania e in Basilicata, affermandosi come uno dei migliori pittori del suo tempo. Arricchì con le sue tele il registro superiore del Duomo di Matera e gli altari laterali della cattedrale di Muro Lucano. Nel Vallo di Diano si ritrovano sue opere nelle chiese conventuali francescane di Polla e di Padula, in collaborazione con Francesco De Martino e nelle chiese della SS. Colomba di Atena Lucana e di Santo Stefano a Sala Consilina.

Glossario

Tegianum

Costituì una delle dodici città confederate del bellicoso popolo dei lucani, nel IV secolo a.C. e nel Vallo di Diano, ne divise il territorio con Atina, Cosilinum e Sontia. In età romana divenne città confederata e poi Municipium, assumendo particolare importanza territoriale, come dimostra la sua citazione tra le città preferite di Nerone. Del suo ricco passato ci sono state tramandate numerose iscrizioni e sculture, tra le quali la lastra di Tegianum, il telamone, una statua acefala e le imagines maiorum, al Lapidario Dianense. Le mura dell’antica chiesa di San Pietro e del suo campanile, oggi museo, conservano un’ara, un leone ed un mascherone, mentre nel pronao è conservata un’iscrizione funeraria su ara.

Muratura e stucco policromato

Particolare tecnica esecutiva adottata per la statuaria medievale e moderna, diffusa nel territorio dell’antica Lucania ovvero il Cilento, il Vallo di Diano e parte della Basilicata. Consiste nella modellatura, sopra un’ossatura lignea, mediante l’utilizzo di calce, frammenti di cotto e piccole pietre, rifinita in superficie dallo stucco ed infine policromata con tempere. Numerose statue nel museo San Pietro, sono realizzate con tale tecnica, dai crocifissi alle Madonne trecentesche, fino alla tomba di Bartolomeo Francone.

Estofado

Tecnica pittorica e decorativa importata dalla penisola iberica nel Regno di Napoli, nel periodo aragonese e consistente nell’applicazione di ornato floreale in oro, su un fondo dalla forte cromia, tipo l’amaranto o il blu. Una delle più interessanti sculture del territorio, policromata con tale tecnica, è la statua della Madonna delle Grazie della parrocchiale di Sassano, attribuita a Bartolomeo Ordonez o a Domenico Napoletano.