La collezione

Museo Diocesano di Policastro

Riallestito negli antichi ambienti della confraternita dell’Assunta, dopo l’esperienza espositiva della mostra “Visibile Latente” del 2004 (allestimento Soprintendenza e don Gianni Citro), si compone di tre sezioni, dedicate rispettivamente alla scultura su pietra, legno e cartapesta, alla pittura (quadreria) ed alla suppellettile liturgica (argenti, altaristica e paramenti).

Un percorso tematico anulare permette di apprezzare le opere esposte, che si periodizzano in un arco di ben diciannove secoli, dall’età romana al primo Novecento. Iscrizioni e sculture romane, medievali e rinascimentali introducono alla prima sala, ove sono esposte statue tardobarocche e del XIX sec. La quadreria ospita tele e tavole (XVII-XIX), mentre la terza sala si configura con alcune teche, in cui sono custoditi argenti, paramenti sacri, ex voto, altaristica e croci processionali. Nel museo sono presenti un bookshop-biglietteria e depositi per le opere non esposte.

La sezione lapidaria accoglie tre iscrizioni d’età romana, medievale e del XV secolo, due lastre tombali del Quattrocento, un frammento di colonnina ed uno stemma episcopale in pietra di Padula.

Tra le statue figurano una Madonna del Rosario (XIX sec.), un crocifisso (XVIII sec.) in legno, un mezzobusto dell’Addolorata del Settecento, un Sant’Antonio di Padova (legno, XVIII sec.) e un Ecce Homo in cartapesta, tardo barocco.

Nella quadreria sono esposti dipinti su tavola e tela che vanno dal XVII sec. alla fine del XIX sec. Oltre ad un’Assunzione di Maria e due Incoronazioni della Vergine (tavola XVII sec. e tela del secolo successivo), si notano un’Addolorata e un Angelo adorante (XVIII sec.). Sono inoltre presenti tre tele, provenienti dall’Episcopio, raffiguranti San Tommaso d’Aquino, il vescovo Giuseppe Cione e San Luigi Gonzaga (XIX sec.).

Quattro teche laterali ed una centrale ospitano il ricco corredo d’altaristica, che comprende vasi sacri, ornamenti, candelieri, ex-voto, cartegloria ed oggetti in argento sbalzato e cesellato, che coprono un arco cronologico di ben quattro secoli. Meritano attenzione un corredo argenteo per le abluzioni, del vescovo Pietro Magri (1649), una croce astile (XVIII sec.) e due turiboli del Settecento. Notevoli per dimensione e stile, sono due tempietti di tabernacolo, in legno scolpito e dorato.

Tra le opere più interessanti del museo, vi sono una croce in argento sbalzato e cesellato del 1532, commissionata da Mercurio De Riccho per la Parrocchiale di Tortorella ed un crocifisso eburneo del XVII sec. in cui si ravvisa uno stile compositivo di carattere fiammingo.

Quattro teche ospitano i paramenti liturgici appartenenti alla chiesa cattedrale dell’Assunta, tra cui figurano alcuni piviali appartenenti al vescovo Nicola Maria Laudisio (metà XIX sec.), due mitrie, pianete e stole, in tessuto e con ricami. 7 L’elemento simbolo del museo è il prezioso Ciborio in marmo di Carrara, fatto scolpire alla metà del Quattrocento, dal vescovo Carlo Fellapane, analogamente all’edicola del portale della cattedrale. In esso si ravvisano elementi stilistici del primo Rinascimento, vicini ai modi toscani.