La collezione

Museo Diocesano San Pietro

Un’importante esposizione museale si offre ai visitatori ed ai turisti che vogliono conoscere la storia di Teggiano e della sua diocesi, con un allestimento moderno e completo, che integra le precedenti collezioni civiche. Gli arredi e le suppellettili liturgiche, oltre ad un apparato d’arti decorative che comprende pitture, sculture e frammenti antichi, raccontano ampiamente la storia classica, medioevale e moderna di Teggiano (l’antica Diano).

Recenti allestimenti ne hanno definito l’attuale aspetto di Museo Diocesano, integrando l’originaria raccolta di sculture in pietra. Da pochi anni la sede teggianese si è sdoppiata, con la creazione del Lapidario Dianense, nel quale sono confluite le opere in pietra di Teggiano facenti parte dell’originaria musealizzazione del “San Pietro”.

La pala della Madonna del Rosario

Uno dei pochi elementi museali proveniente dalla diocesi, è il dipinto ad olio su tavola, della Madonna del Rosario circondata dai Misteri, anticamente esposto su un altare laterale della chiesa domenicana omonima di Polla ed attribuito a Decio Tramontano, artista napoletano del Cinquecento. L’iconografia della Madonna della Vittoria si diffuse rapidamente a seguito della sconfitta turca a Lepanto. Quasi ogni chiesa dei nostri paesi poteva vantare una rappresentazione della Vergine del Rosario, a cui erano intitolate molte confraternite, sodalizi, nonché cappellanie.

Gli affreschi di Santa Venera

Nella navata e nell’abside campeggiano gli affreschi staccati dalla cripta di Santa Venera in Sant’Angelo, che rappresentano una lieta stagione artistica di Diano: il Trecento. Il più importante di questi affreschi di stile oderisiano, rappresenta la Crocifissione con i dolenti. Sono presenti, inoltre, un altro dipinto strappato con scene di santi (Storie di San Tommaso Apostolo) ed un piccolo affresco raffigurante Santa Veneranda, personificazione della Parasceve.  

I crocifissi

Quattro crocifissi, di cui ben tre realizzati con la tecnica della muratura e stucco policromo, compendiano l’arte dedicata alla “Passione di Cristo”, in area valdianese, tra Duecento e Cinquecento, riproponendo modelli iconografici che vanno dal Christus Patiens, alla pacata plastica rinascimentale. Dettagli importanti, quali il perizoma di due crocifissi, che richiamano il Tallit ebraico, sono un esplicito riferimento alla comunità ebraica presente in Diano tra Medioevo e Quattrocento. Il più antico dei crocifissi, che conserva ancora la croce originaria, presenta una cromia superficiale, ove risalta il colorito verdastro dell’ultimo sacrificio di Cristo, arricchito dalle ferite del costato e da realistici dettagli anatomici.

La statuaria

Nel presbiterio e nel campanile sono esposte delle statue di particolare interesse, con una periodizzazione ampia, dal XVI al XIX secolo. Figurano, tra gli altri, un Sant’Antonio Abate in legno, una Madonna in muratura e stucco ed una Santa Margherita a figura intera. Particolare è anche il simulacro a mezzo busto di una Madonna del XIV secolo, analoga alla Vergine della grotta di San Michele a Sant’Angelo a Fasanella. Le statue esposte sono state restaurate a seguito dell’Inventariazione diocesana del progetto CEI.

Gli arredi liturgici

Nelle due sagrestie sono collocate delle bacheche in cui viene esposto il corredo liturgico in uso un tempo nelle nostre chiese. Fanno parte della collezione museale alcuni calici, cartegloria, croci processionali ed altre suppellettili in argento ed ottone. Un velo di calice color porpora, riporta impresso il volto di Cristo, ad imitazione del Mandylion. Vi sono esposti anche dei busti reliquiari e paramenti sacri del XIX e XX sec. Alcuni oggetti liturgici in argento provengono dalle collezioni dei vescovi di Teggiano.